Negli ultimi anni sta crescendo sempre di più l’interesse delle persone per un’alimentazione sana e casereccia. Secondo i dati di Nielsen Company, nel 2021 i nuovi trend di consumo premiano salute e sostenibilità e coinvolgono quindi anche l’industria della pasta.
All’estero le vendite globali di pasta sono aumentate del 2.3% in quanto i consumatori preferiscono prodotti artigianali in grado di soddisfare esigenze diverse.
In un mercato in costante sviluppo ed evoluzione, aprire un pastificio è un’attività altamente remunerativa.
In questo articolo illustriamo come strutturare un business plan per un pastificio ed effettueremo delle stime per stabilire quanto si guadagna con questa attività.
Per aprire un pastificio di successo è indispensabile preparare in anticipo un piano strategico. Prima di pensare al profitto, è fondamentale infatti tener conto dei costi che si dovranno sostenere per avviare l’attività.
Il business plan deve considerare le varie voci di spesa fisse come per esempio:
In secondo luogo, bisogna fare un’indagine di mercato sulla concorrenza e definire le dimensioni e la natura dell’impresa.
Si tratterà di un pastificio artigianale a conduzione familiare o farà parte di un franchising? Avrà un banco di vendita diretta annesso al laboratorio o fornirà supermercati e ristoranti?
Una volta costruita la rete di partner e stabiliti i propri obiettivi aziendali, si può calcolare la redditività del pastificio.
I profitti di un pastificio artigianale sono generalmente molto alti. Il margine di guadagno dipende da:
Gli impianti Sarp per la pasta secca, per esempio, trattano fino a 700 chili di pasta ogni ora. Con due turni giornalieri di 8 ore, per 30 giorni, si otterranno quindi 336.000 chili al mese. Il ricavo mensile deriva poi dalla sottrazione dei costi fissi della produzione al prezzo pianificato del prodotto all’ingrosso.
Con una buona strategia, un po’ di impegno e i macchinari giusti, aprire un pastificio può rivelarsi quindi una scelta vincente.